Paola Bigatto porta sulla scena La Banalità del Male di Hannah Arendt, uno spettacolo-lezione, cui le classi IV e V hanno assistito in streaming, volto a indagare l’orrore del Nazismo attraverso la figura di Otto Adolf Eichmann, ossia di colui che, nei quadri organizzativi della Germania hitleriana, ebbe il ruolo di realizzare logisticamente la “soluzione finale”, cioè lo sterminio degli ebrei per rendere i territori tedeschi “judenrein”.
Fuggito in Argentina alla fine della Grande Guerra, egli viene rintracciato dai servizi segreti israeliani, processato e impiccato nel 1962.
Hannah Arendt, ebrea tedesca e filosofa, emigrata in America nel 1940, seguirà con occhio critico il processo ad Eichmann e lo racconterà attraverso le colonne del The New Yorker, smascherando le verità taciute da entrambe le parti in causa. Il processo sarà l’occasione per una profonda riflessione sul male e sulle responsabilità dei singoli: il male estremo rappresentato dal Nazismo è una realtà alimentata dalla menzogna, sempre presente, in agguato nella pigrizia mentale, nell’indifferenza sociale, politica e culturale, che fa della banalità e della mediocrità i propri alibi morali.
È la capacità di pensare l’unica arma che può sconfiggere la “banalità del male”.